Quel mattoncino aggiunto all’edificio marittimo-portuale si chiama ‘Laerte’; che è una motobarca entrata nel ruolino del Gruppo Ormeggiatori e barcaioli dei porti di Trapani, Marsala e Mazara del Vallo, inaugurata il 7 giugno 2011 presso il Molo Sanità dello scalo marittimo trapanese.
Sul molo, con lo sfondo di una grande nave crociera lì ormeggiata, si è svolto il cerimoniale, iniziato con le parole bene auguranti e la benedizione, impartita dal vescovo di Trapani Francesco Miccichè, nonché la presentazione della motobarca effettuata dal presidente del Gruppo Vito Figliomerni.
Presentando la nuova acquisizione il capogruppo ha spiegato che il nome di Laerte risponde all’usanza di dedicare le imbarcazioni del Gruppo a personaggi dell’Odissea: Ulisse, Penelope, Argo, Telemaco, Itaca… Stazza lorda 11,14 tonnellate, 12,46 metri di lunghezza f.t., m. 3,14 di larghezza e m. 1,16 di pescaggio il ‘Laerte’ è dotato di propulsore di 220.58 Kw x 2 a 2.200 giri/min.
Queste le caratteristiche dell’imbarcazione che può trasportare sino a dodici passeggeri oltre l’equipaggio e che è destinata al servizio di battellaggio, ovvero al trasporto di persone, materiali e provviste di bordo da e per le navi alla fonda nelle rade portuali.
Figliomeni ha proseguito con alcuni accenni storici relativi al Gruppo. Che è stato formato con decreto nel 1951 per il solo porto di Trapani, ma che nel ‘95 fu ampliato agli scali di Marsala e Mazara del Vallo; poi trasformato in cooperativa nel 2000 e infine esteso a funzioni di battellaggio nel 2008.
Ciò con un organico di dieci soci-lavoratori e di sei imbarcazioni, compresa l’ultima acquisizione. Il capogruppo ha anche ricordato che “l’attività tecnico-nautica di ormeggio e battellaggio ha natura di servizio d’interesse economico generale a carattere universale”. E che pertanto “il Gruppo opera come erogatore di tale servizio volto a garantire la sicurezza della navigazione nei porti e nelle acque ad essi adiacenti (da qui anche gli interventi di soccorso per imbarcazioni da diporto, come da specifica autorizzazione ministeriale, ndr.) e come tale è sottoposto alla disciplina e vigilanza dell’Autorità marittima”.
[tratto dalla rivista “Porti & Servizi Tecnico Nautici”, edita dall’Angopi]
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