Era l’enorme ‘zampa’ di un impianto off-shore petrolifero caricata a bordo del pontone più grande al mondo, l’immenso H – 851: oltre 71 mila tonnellate, lungo 260 metri e largo sino a 63 (ma che in questa occasione, col carico ben fuori sagoma, le sue misure aumentavano rispettivamente a ben 296,5 e 87,8 metri). Trainato da un rimorchiatore d’altura, il pontone e il suo carico provenivano da Houston (Texas) ed erano diretti a Cipro.
Ma durante la traversata aveva incontrato un fortunale talmente violento da arrecare gravi danni alle rizze del carico, alcune delle quali addirittura divelte. Ragione per cui era diventato necessario effettuare un dirottamento e conseguente sosta nel porto di Palermo, per il ripristino del rizzaggio attraverso opportune saldature, al fine di poter riprendere il viaggio in sicurezza. Cosa che avveniva tra il giorno 9 novembre 2012 e il successivo giorno 16.
Un dettaglio di rilevante portata riguardava la stretta cooperazione tra Gruppi ormeggiatori dei porti di quell’area siciliana. In particolare, del Gruppo ormeggiatori del porto di Palermo e del Gruppo Ormeggiatori e barcaioli del porto di Trapani, Marsala e Mazara del Vallo.
Il capogruppo trapanese Antonio Guaiana non esita a definire l’operazione effettuata assieme ai colleghi di Palermo: «un’esperienza nuova e positiva per migliorare il nostro bagaglio tecnico professionale e per nuove prospettive future».
Mentre Carlo Maltese, ormeggiatore anch’egli del Gruppo di Trapani, con al suo attivo la partecipazione a una missione off-shore in Angola con altri colleghi italiani e olandesi della Krve, ne descrive le sequenze operative (gli altri ormeggiatori di Trapani che hanno partecipato alla missione palermitana erano Cammareri Francesco e Bevilacqua Giovanni).
Ecco la sequenza degli interventi descritti da Carlo Maltese: «Il pontone ‘H-851’, trainato dal rimorchiatore d’altura ‘Fairmount Summit’, della società olandese specializzata in off-shore, attendeva in rada i barcaioli di Palermo con a bordo il personale designato all’approntamento all’ormeggio».
«Il personale preposto alle manovre era composto da addetti olandesi responsabili del pontone, da un pilota del porto di Palermo, da ormeggiatori di Palermo e di Trapani, da uomini della Fincantieri di Palermo alla quale erano stati commissionati i lavori di riparazione. L’operazione consisteva nel mollare il rimorchiatore d’altura della Fairmount e utilizzare quattro rimorchiatori del porto, due a prora e due a poppa. Si passavano i cavi tramite ‘messaggere’ ai due rimorchiatori di poppa, mentre a prora si prendeva un rimorchiatore dal lato libero, per mantenere il governo del pontone. Infine, si procedeva al passaggio del cavo all’ultimo rimorchiatore, sempre con il sistema della messaggera».
«L’operazione di disormeggio e il cambio dei rimorchiatori venivano eseguite nella maniera opposta a quella inerente l’ormeggio. Tutto ciò mentre la navigazione di entrata, l’ormeggio e la manovre di uscita dallo specchio d’acqua portuale erano state coordinate dal pilota del porto».
[tratto dalla rivista “Porti & Servizi Tecnico Nautici”, edita dall’Angopi]
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