Sono qui a relazionarvi sull’ultima missione offshore svolta in Angola dal 9 aprile al 6 maggio 2011.
La missione ha visto protagonisti gli ormeggiatori dei Gruppi di Cagliari, Genova, Taranto e Trapani.
Provo a descrivervi quello che per noi è stata una missione veramente diversa dalle altre precedentemente svolte.
In questo caso si trattava di posizionare una FPSO (Floating Production Storage and Offloading unit), praticamente una raffineria galleggiante, 150 miglia al largo delle coste angolane salpando e tensionando dedici catene, che abbiamo trovato già posizionate sul fondo del mare ad una profondità che variava dagli 800 ai 1200 metri.
Queste catene venivano virate a bordo da un verricello con 220 tonnellate di tiro su cui era montato un cavo di acciaio da 98 mm di diametro, collegato alla catena con false maglie e salpate a bordo nel pozzo catene con un Chain Jack, della potenza di 280 tonnellate.
La “Pazflor” è una delle più grandi FPSO esistenti, misura 325 di lunghezza, 61 di larghezza e a pieno carico un pescaggio di 25 metri. Una volta in servizio, nel settembre di quest’anno avvierà una produzione giornaliera di 220.000 barili di greggio, essendo capace di immagazzinare 1,9 milioni di barili di petrolio.
Le operazioni di recupero e tensionamento del sistema di ormeggio venivano svolte da due squadre di ormeggiatori, italiani ed olandesi, con turni giornalieri di 12 ore. Noi italiani eravamo divisi nelle due squadre di lavoro con turni giornalieri da mezzanotte a mezzogiorno e da mezzogiorno a mezzanotte. Gli orari citati vi danno l’idea dell’impegno svolto, i passaggi di consegna avvenivano in coperta negli orari dei cambi. Questi erano gli unici momenti di contatto fra di noi in quanto impegnati costantemente e coninuamente per le 12 ore del turno di lavoro nel recupero e nel tensionamento delle catenarie di ormeggio.
Il team ha lavorato nel posizionare la piattaforma impegnandoci meno di tre settimane migliorando le tempistiche previste dalle procedure operative. Il direttore generale di Fairmount Marine rimarca fortemente l’impegno di questa squadra specializzata in un lavoro talmente complesso come è stato questo tipo di operazione con piena soddisfazione dei loro clienti.
[relazione di Paolo Oneto, tratta dalla rivista “Porti & Servizi Tecnico Nautici”, edita dall’Angopi]
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